Ci avviciniamo all’inizio di un nuovo anno pastorale, un anno di cammino di Chiesa. Il nostro arcivescovo Mario, che ha scritto una lettera per tutti, intitolata “Infonda Dio sapienza, a nel cuore”, invita a partire dalle Parole del Papa alla gente della Lombardia nello scorso giugno.
Vi sottopongo un estratto delle parole del Pontefice per iniziare a pensare ai prossimi passi insieme facendo tesoro di un periodo difficile che ha visto però segni di attenzione, di creatività, di carità, di tenerezza; per non tornare semplicemente alla “normalità”, senza fare tesoro di un’esperienza che è stata occasione di crescita e può continuare ad esserlo. Vostro don Matteo
“Cari fratelli e sorelle, benvenuti!
Nel corso di questi mesi travagliati, le varie realtà della società italiana si sono sforzate di fronteggiare l’emergenza sanitaria con generosità e impegno. Nel corso di questi mesi travagliati, le varie realtà della società italiana si sono sforzate di fronteggiare l’emergenza sanitaria con generosità e impegno. I pazienti hanno sentito spesso di avere accanto a sé degli “angeli”, che li hanno aiutati a recuperare la salute e, nello stesso tempo, li hanno consolati, sostenuti, e a volte accompagnati fino alle soglie dell’incontro finale con il Signore. Questo ha fatto bene a tutti noi. Testimonianza di prossimità e di tenerezza.
Adesso, è il momento di fare tesoro di tutta questa energia positiva che è stata investita. Non dimenticare! È una ricchezza che in parte, certamente, è andata “a fondo perduto”, nel dramma dell’emergenza; ma in buona parte può e deve portare frutto per il presente e il futuro della società lombarda e italiana. Si tratta di ripartire dalle innumerevoli testimonianze di amore generoso e gratuito, che hanno lasciato un’impronta indelebile nelle coscienze e nel tessuto della società, insegnando quanto ci sia bisogno di vicinanza, di cura, di sacrificio per alimentare la fraternità e la convivenza civile. Come credenti ci spetta testimoniare che Dio non ci abbandona, ma dà senso in Cristo anche a questa realtà e al nostro limite; che con il suo aiuto si possono affrontare le prove più dure. Dio ci ha creato per la comunione, per la fraternità, ed ora più che mai si è dimostrata illusoria la pretesa di puntare tutto su sé stessi – è illusorio – di fare dell’individualismo il principio-guida della società.
Ma stiamo attenti perché, appena passata l’emergenza, è facile scivolare, è facile ricadere in questa illusione. È facile dimenticare alla svelta che abbiamo bisogno degli altri, di qualcuno che si prenda cura di noi, che ci dia coraggio. Dimenticare che, tutti, abbiamo bisogno di un Padre che ci tende la mano. Pregarlo, invocarlo, non è illusione; illusione è pensare di farne a meno! La preghiera è l’anima della speranza.
È facile dimenticare alla svelta che abbiamo bisogno degli altri, di qualcuno che si prenda cura di noi, che ci dia coraggio. Dimenticare che, tutti, abbiamo bisogno di un Padre che ci tende la mano. Pregarlo, invocarlo, non è illusione; illusione è pensare di farne a meno! La preghiera è l’anima della speranza.
In questi mesi, le persone non hanno potuto partecipare di presenza alle celebrazioni liturgiche, ma non hanno smesso di sentirsi comunità. Hanno pregato singolarmente o in famiglia, anche attraverso i mezzi di comunicazione sociale, spiritualmente uniti e percependo che l’abbraccio del Signore andava oltre i limiti dello spazio.”
Papa Francesco ai rappresentanti delle diocesi e delle istituzioni lombarde, giugno 2020