«Affrontate le paure, avete fiuto per il bene»

Non basta piazza San Pietro a contenerli tutti e, così, anche via della Conciliazione si riempie in fretta di loro, dei giovani, adolescenti e preado dai 13 ai 17 anni, colorati di bandane, striscioni, fazzoletti che sbandierano con un orgoglio evidente e l’allegria tipica della loro età.
Uno spettacolo indimenticabile – si era valutato che potessero essere quasi 57.000, ma a fine serata di parla di 70.000 – per tutti e non solo per i ragazzi e ragazze che, nel lunedì dell’angelo, dopo due anni di stop a causa della pandemia, hanno potuto finalmente vivere il loro incontro con Papa Francesco dal significativo titolo “Seguimi”.
E, naturalmente, non potevano mancare gli ambrosiani, 6000 da ogni Zona della Diocesi. Un esercito guidato dall’Arcivescovo che, per giungere a Roma, viaggia con alcuni gruppi parrocchiali e, con semplicità, si ferma a dialogare – «mi interessa davvero quello che pensate e volete», dice più volte -, prima di giungere come tutti in piazza San Pietro dove il Santo padre, con la papamobile raggiunge ogni settore della piazza, appunto fino a via della Conciliazione, in un percorso che dura quasi mezz’ora.
Insomma, il popolo dei ragazzi è tornato e, seppure con tante e evidenti ferite, è quello di sempre, se non di più magari, non soltanto quantitativamente, ma qualitativamente, proprio per una consapevolezza diversa maturata nei giorni grigi della Dad e del lockdown. Lo raccontano molti di loro, appena gli si chiede se sono contenti di essere a Roma e lo confermano gli educatori, le religiose, i sacerdoti.

Le parole del Papa

«Sono passati 2 anni con la piazza vuota, la piazza ha sofferto il digiuno e ora ha mangiato di più: per questo siete così tanti», scandisce Papa Francesco ricordando la sera del 27 marzo 2020, quando, da solo, in una piazza San Pietro bagnata e spettrale pregò affidando al Signore il mondo devastato dalla pandemia. Il pensiero non può che andare alle devastazioni di oggi.
«Gesù ha vinto le tenebre della morte, mentre continuano in tante regioni della terra violenze e spesso sono i vostri coetanei a pagare il prezzo più alto. Tanti fratelli e sorelle attendono ancora il racconto della Pasqua. La vita talvolta ci mette a dure prova
Le paure si devono esprimere per cacciarle via, vanno dette al papà, alla mamma, a un amico, a una persona che può aiutare. Non scoraggiatevi se avete paura: mettetela alla luce, vi farà bene. Delle crisi si deve parlare, vanno illuminate per essre vinte. Voi non avete l’esperienza dei grandi, ma avete qualcosa che noi abbiamo perduto, come il fiuto. Avete il fiuto della realtà, come Giovanni, il più giovane degli apostoli; il fiuto di trovare ciò che va bene, il Signore e il frutto della verità. E vi auguro di avere il coraggio di Pietro che era un poco speciale: lo ha rinnegato tre volte, ma si è buttato in mare per il Signore. Gettatevi nella vita anche se non sapete nuotare, cercate qualcuno che vi accompagni, abbiate paura solo della morte dell’anima. La vita è bella ed è fatta per condividerla con gli altri. È importante che voi andiate avanti, vincete lo scoraggiamento con il coraggio e con qualcuno che vi dia una mano. Nei momenti di difficoltà i bambini chiamano la mamma, noi chiamiamo la nostra mamma Maria. Alla vostra età, lei decise di accogliere il dono di Gesù con l’annuncio dell’angelo. Chiedete a lei di dire il vostro sì, per crescere bene e aiutare, con il vostro fiuto, gli altri. Coraggio e avanti. Che Maria vi insegni a dire Eccomi».

di Annamaria BRACCINI su chiesadimilano.it