1° OPEN DAY DELLA CARITA’ – 6-7 novembre 2021

Intervento all’omelia domenicale

Durante questa S. Messa la nostra Comunità Pastorale sottolinea il primo Open Day della Carità, mettendo al centro le diverse realtà caritative presenti, attente ai bisogni e alle povertà di oggi.

Cinque verbi ci sembrano riassumere e illustrare quella che è un’esperienza concreta:

conoscere – riflettere – invitare – ringraziare – pregare.

Cominciamo dal conoscere.

È disponibile in fondo alla Chiesa un opuscolo che invitiamo a portare a casa, a leggere con attenzione e a conservarlo, perché ci fa conoscere come la carità è esercitata concretamente nella nostra Comunità pastorale, attraverso l’azione di Caritas e diverse altre realtà veramente vivaci e molto attive. È prezioso conoscerle e continuare a sostenerle nel loro prezioso servizio, magari con anche con un proprio coinvolgimento personale.

L’altro verbo è riflettere.

Alle persone impegnate a realizzare attenzioni concrete, servizi, vicinanza e ascolto nei confronti dei bisognosi abbiamo chiesto di rispondere a un questionario, per offrirci una testimonianza sulle motivazioni profonde che le spingono a farsi prossimi. Ascoltiamo alcune risposte che ci aiutano a cogliere la sorgente della gioia e dell’entusiasmo dei volontari.

C’è chi scrive: “Perché impegnarmi? In Parrocchia i miei figli sono stati aiutati dal                                     volontariato di altre persone: è quindi giusto che anch’io ora mi metta a disposizione di altri. Inoltre con il mio servizio mi sembra di essere un pochino utile e mi serve a non rimanere chiusa nel mio piccolo mondo”.

Un altro volontario scrive: “Madre Teresa di Calcutta diceva: “Molti parlano dei poveri, ma pochi parlano con loro”. Queste parole mi spingono verso gli altri e sento il bisogno di aiutare chi è in difficoltà”.

Dicono ancora altri volontari:

° Operare nella carità non è dare il superfluo, è donare un po’ di te.

° È per me l’occasione di scoprire che, andando incontro ai bisogni del nostro prossimo, possiamo essere felici e dare un senso alla nostra vita.

° So che sono continuamente amata in modo gratuito da Uno che ha dato la Sua vita per me e vorrei fare come e con Lui.

Si tratta di riflessioni che scaturiscono dal cuore di chi vive direttamente l’esperienza caritativa e desidera condividerla con altri. Per questo ascoltiamo qualche altro pensiero.

° Capisci che questo mondo tutto alla rovescia, dove i poveri sono sempre più poveri ed i ricchi sempre più ricchi, un po’ lo possiamo, anzi lo dobbiamo, come cristiani, cambiare. Non possiamo vivere da spettatori.

° Non saprò mai più fare a meno del mio impegno nella Caritas. Quando si trova un tesoro in un campo, si vende tutto e si compra quel campo.

° Salutando con rispetto ed affetto i nostri assistiti, ti accorgi, proprio dai loro sguardi, che tutto ha un significato nuovo, che siamo nati per servire.

° Nel tempo ho scoperto che aiutare chi è nel bisogno faceva contento anche me: ero contento di poter essere utile a chi ci chiedeva aiuto.  Questo è quello che io continuo a fare: aiutare chi ci chiede aiuto, senza la pretesa di risolvere tutti i problemi. E sono grato della possibilità che i poveri mi danno di servirli.

° Il segreto del Banco di Solidarietà sta proprio in questo, un umile servizio senza nulla in cambio.  “Innanzitutto la natura nostra ci dà l’esigenza di interessarci agli altri. Quando c’è qualcosa di bello in noi, noi ci sentiamo spinti a comunicarlo agli altri. Quando si vedono altri che stanno peggio di noi, ci sentiamo spinti ad aiutarli in qualcosa di nostro.

° Cosa mi ha spinto? La Parola di Dio.  Gesù mi dona la vita e finché ho un po’ di salute voglio essere “sua serva inutile”.

° Sono animato dalla consapevolezza che una fede che non si esprime anche attraverso le opere, in questo caso attraverso la carità, è una fede sterile.

° Il volontariato nella Caritas è un’esperienza di vita, è una occasione di arricchimento personale; mi dà la possibilità di incontrare persone, situazioni, culture diverse con cui confrontarmi e mi stimola a riflettere sui valori che ispirano la mia vita. Mi aiuta a non estraniarmi dai problemi sociali del nostro tempo: la povertà, la mancanza di lavoro, ma anche la miseria spirituale, sicuramente più grave di quella materiale.

Questi pensieri espressi dai nostri volontari ci aiutano a riflettere e ci introducono all’altro verbo: invitare.

L’ascolto delle motivazioni che animano i nostri volontari diventa un invito rivolto a ciascuno di noi che siamo qui presenti.

Magari anche in noi, in te che stai ascoltando, può nascere il desiderio di scoprire una spinta verso la carità. Sicuramente la tua vita è già ricca di impegni in vari settori, famiglia, scuola, lavoro e altro, ma, magari, capisci di avere nel tuo cuore un piccolo o grande spazio libero che puoi riempire con un servizio caritativo nella tua, nella nostra, Comunità pastorale.

E allora, non esitare! Sentiti personalmente invitato a metterti a disposizione nell’ambito verso cui ti senti spinto.  Accogli questo invito: vieni, vedi, prova e, se il tuo cuore te lo suggerirà, diventa anche tu un autentico operatore della carità. Sull’opuscolo messo a disposizione trovi maggiori indicazioni.

L’altro verbo che ci guida è ringraziare.

Questo Open day della Carità è una bella occasione per ringraziare tutti i volontari impegnati nelle numerose attività. Dedicano tempo e risorse proprie ai bisogni degli altri e non lo fanno a titolo personale, ma lo fanno per un mandato conferito a loro dalla nostra Comunità. Essi sono in prima linea, ma dietro di loro dobbiamo esserci tutti noi che siamo qui presenti. Per questo scaturisce spontaneo dal nostro cuore un sentito ringraziamento per quello che loro fanno anche per noi.

Grazie, quindi, cari volontari. Il vostro servizio è prezioso e noi tutti vogliamo che ci sentiate vicini e partecipi delle vostre fatiche.

Ai quattro verbi di oggi manca l’ultimo, il più importante, che è pregare.

E allora chiediamo insieme al Signore la sua protezione e benedizione

         su tutti i volontari della carità

          su tutti coloro che essi aiutano nei modi diversi

        e anche su tutti noi che crediamo profondamente nella Parola di Gesù: “Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.

Chiediamo con convinzione al Signore, non solo oggi, ma sempre, che la nostra Comunità pastorale sia sempre animata da un autentico spirito di carità.