Domenica scorsa ci siamo proposti un gesto: ripensare alle persone alle quali siamo chiamati a indicare Gesù. Come Giovanni Battista ha indicato il Signore, così anche noi abbiamo il compito di mostralo a qualcuno che ci è stato affidato. Sì, pensare e cercare di raggiungere con un segno, una parola coloro ai quali dobbiamo indicare Gesù che viene.

S.T., una signora della nostra comunità, mi ha scritto nei giorni immediatamente successivi dicendomi di aver raggiunto (penso al telefono o via messaggio) i suoi figliocci di Cresima. Allora anch’io ho chiamato i miei nipoti e mio fratello di cui sono padrino, ripensando a questo compito e missione. Spesso mi capita di spiegare che cosa significhi scegliere il padrino e la madrina; sono cristiani che si assumono la responsabilità di accompagnare nel corso della crescita umana e spirituale e di offrire una testimonianza di vita da credente nei confronti di chi riceve il Battesimo o la Cresima. Poi però, nella vita, può sfuggire il significato e la valenza di questa che è una vera e propria missione. Forse, gesti semplici come quello di S.T., moglie, madre e nonna, una persona come tutti noi, raggiungere con un saluto, un augurio di bene e, magari, una preghiera qualcuno di cui, pochi o tanti anni fa, siamo diventati padrini e madrine, ricordandogli che ci siamo, può essere una bella riscoperta, per noi e per loro.